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Sei barattoli per la libertà finanziaria

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Libertà finanziaria. Un po' per ogni cosa, di più per te

Leggendo “Padre ricco, padre povero” (di cui ti ho già parlato qui su C+B) ho appreso il concetto del “fai lavorare i soldi per te anziché ritrovarti a correre in una ruota da criceto”.

Un ribaltamento di prospettiva significativo: la prospettiva della libertà finanziaria è allettante e offre la possibilità di fare scelte diverse per il futuro.

Il metodo dei sei barattoli

Nella ricerca della libertà finanziaria ho scoperto il metodo dei sei barattoli di Harv Eker, di cui vorrei parlarti oggi.

È una modalità che aiuta a gestire le finanze ma soprattutto a focalizzare e semplificare gli accantonamenti di denaro, dando loro un significato più profondo.

Nota bene: ovviamente questo approccio è “più facile” da gestire quando si hanno entrate regolari perché i riferimenti percentuali si basano sullo stipendio mensile, ma più sotto ti racconterò come faccio io, che è anche il metodo che ti può servire se lavori in proprio anche tu.

Il signor Eker suggerisce di suddividere ogni stipendio così:

  • il 10% nel barattolo della libertà finanziaria (LF): qui si accantona il denaro che sarà investito e che per nessuna ragione deve essere speso. Rappresenta la gallina delle uova d’oro, la si foraggia affinché produca più uova e non la si uccide mai.
  • il 10% nel barattolo per le spese di lungo periodo (LP): qui si accumula il denaro per le ferie, per la macchina nuova, per le spese impreviste, per nuovi business.
  • il 10% nel barattolo della formazione: qui va il denaro da investire per migliorare te stessa, per essere più competitiva e per evolvere attraverso percorsi di apprendimento.
  • il 55% nel barattolo delle necessità: con questo denaro ogni mese ci paghi l’affitto,  il mutuo, le bollette, il carburante, gli aperitivi e le cene fuori, la spesa, lo shopping e tutte le spese ordinarie.
  • il 10% nel barattolo del “gioco”: qui ci sono i soldi per gli sfizi, per le cose che abitualmente non ti concedi, la cena nel ristorante in cui “vorrei ma non posso”, un gioiello, un week-end alle terme, quella borsetta che è “proprio fuori budget”.
  • il 5% nel barattolo della generosità: qui vanno i soldi per la beneficienza, o l’equivalente in volontariato. Facendo un po’ di conti si vede che il 5% non è poco. Eker lo spiega così “Se c’è una cosa che non puoi fare quando sei povero, è aiutare gli altri”. (Non è del tutto vero, ma ha senso).

L’obiettivo di questo metodo va ben oltre l’accumulo di denaro o semplicemente il risparmio.

Nel momento in cui ogni mese, o addirittura ogni giorno, metto dei soldi da parte con lo scopo di crearmi una futura libertà finanziaria (ovvero vivere di rendite passive) contribuisco a cambiare il mio approccio verso il denaro, il risparmio e gli investimenti.

Ma veniamo a noi, per passare dal dire al fare, se non si hanno entrate regolari (e dovendo accantonare anche IVA e tasse) ecco il metodo che si può seguire:

  1. comincia col definire uno stipendio mensile (io l’ho fatto basandomi sull’anno precedente),
  2. crea un file Excel (o Google Spreadsheet) con sei fogli, uno per “barattolo”,
  3. in ogni foglio crea una tabella suddivisa in 12 mesi e inserisci ogni mese la percentuale di ‘stipendio’ che hai scelto di investire nella categoria del foglio, anche facendo dei piccoli adattamenti in base alle tue necessità, in questo modo riuscirai ad avere chiarezza dei vari accantonamenti senza avere davvero sei conti correnti o barattoli,
  4. dedica il tuo conto corrente principale alle spese correnti, poi apri un conto deposito e procurati una carta di credito prepagata.

Ecco come poi procedo io: in generale, all’inizio di ogni mese faccio in modo di avere nel conto corrente principale la cifra del “barattolo delle necessità”. Man mano che mi arrivano pagamenti trasferisco il tutto nel conto di deposito. Questo conto è organizzato in modo che io possa anche vincolare a 33 giorni di calendario una parte della somma depositata. Specifico questo perché lì ci “nascondo” i soldi di IVA e IRPEF, assieme a quelli del barattolo Lungo Periodo e Libertà Finanziaria. Quelli per la formazione e la beneficenza li carico sulla carta prepagata.

Posso dire che per la formazione i soldi non mi basterebbero mai, mentre per la beneficenza qualche volta tengo conto anche dei vestiti donati alla Caritas, attività che faccio pro-bono nel sociale, oltre a usare regolarmente Kiva.

Non monitoro nel dettaglio le uscite, dovrei entrare in un loop (per me) maniacale, ma ho un file in cui indico le spese delle bollette, spese per formazione, fornitori, assicurazioni, le voci di spesa principali che possono essere dedotte, etc. In questo modo so quanto spendo (tranne che per spesa, cene fuori e abbigliamento) ma se non mi bastano i soldi a fine mese è facile fare un po’ di verifiche. Man mano che raggiungo una certa cifra nel conto di deposito “protetto”, la dirotto su alcuni investimenti, di cui ti parlerò la prossima volta.

Questo metodo mi libera dall’ansia di segnare ogni uscita ma mi fornisce comunque un pratico cruscotto in cui monitorare le spese.

Ho incontrato l’altro giorno un’amica a cui qualche mese fa avevo insegnato questo metodo e mi ha detto che è riuscita a fare un cambiamento radicale, grazie a questa nuova visione riesce a gestire gli sfizi con facilità perché si è focalizzata sul futuro senza privarsi dei piccoli lussi che la aiutano ad andare avanti. Ha iniziato anche a farsi aiutare ad investire i suoi risparmi mentre fino a pochi mesi fa teneva semplicemente i soldi nel conto corrente. Ti va di provare a imitarla? Qual è il “barattolo” con cui hai più difficoltà al momento? Prova ad applicare questo metodo e vedrai che ti aiuterà immensamente!


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